I periodi della “comunicazione postale” 6000 anni di Storia


Cronologia[1]

  • 4000 a.C.          Cina, le prime tracce del servizio di posta
  • 2000 a.C.          Turchia tavolette di argilla “scritte con caratteri cuneiformi”
  • 1800 a.C.          Sumeri/Assiro-Babilonesi, hanno ideato “le buste[2] per spedire
  • 1650 a.C            Egizi, papiri scritti viaggiavano per via fluviale
  • 97                        Antichi romani “Cursus publicus”,  i messaggeri “tabellari” portavano le informazioni  scritte su tavolette spalmate di cera
  • 646                     Giappone periodo Nara, sistema di posta con i cavalli
  • 1197                   Incas fino all’arrivo dei conquistadores 1526, i “chasquis
  • 1200                   Europa medievale,  posta monastica “rotula”e  scambi fra le Università
  • 1300                   Impero Mongolo, “yam”  cambiavano i cavalli, nelle stazioni di posta
  • 1306                   “Compagnia dei Corrieri Veneti” costituita da bergamaschi copriva tutta Europa
  • 1439                   Maestro delle Poste Pontificie dalla metà del Quattrocento la carica ricoperta da esponenti della famiglia Tasso
  • 1489                   Zanetto de Tassis “posta di Fiandra”
  • 1661                   Gran Bretagna il direttore delle Poste Sir Henry Bishop introduce il timbro postale
  • 1840                   Gran Bretagna primo maggio 1840   Penny Black
  • 1969                   USA ventinove ottobre 1969  il primo messaggio internet
  • 2020     11 marzo L’Organizzazione mondiale della sanità dichiara il coronavirus “pandemia”
[1] Fonti con anche link alle voci citate tratte da

https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_posta#EnciclopedFil

https://www.quiposte.com/storia-della-posta/

http://www.lanternafilnum.it/2-la-posta-presso-le-antiche-civilta/

https://farfalleetrincee.wordpress.com/2020/10/19/il-postino-di-gengis-khan-limpero-mongolo-ed-il-progresso-tecnologico/

[2] è identificabile quale inizio ufficiale della storia postale (cover?)

Per il collezionista, più che di francobolli, di “storia postale” le pietre miliari sono:

  • le buste Assiro/Babilonesi,
  • le rotule medievali,
  • il Bishop e il Penny Black inglesi,
  • il primo messaggio internet
  • la pandemia Covid che oltre ad accentuare la digitalizzazione, la non presenza fisica, il “a distanza”, il paper-less, … innalza il valore sociale di tutti i  “chasquis” che non sono più solo i “postini” ma anche: fattorini, rider[1] … droni …

Seguiamone lo sviluppo .


[1] Dedicato ad Antonio Prisco https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/04/30/news/napoli_cgil_e_morto_antonio_prisco_rappresentante_dei_rider-298807394/

 

Queste civiltà realizzarono le prime lettere. Erano completamente in argilla, veniva incisa ancora fresca prima della cottura. Avevano ideato anche le “buste per spedire” sempre in argilla e contenevano le lettere incise. Sulle “buste” veniva inciso il destinatario della missiva.
Queste prime due foto compongono la “Lettera a Dio” databile al 1800-1600 AC circa, indirizzata “al proprio Dio”. Uno dei più antichi testi ad indirizzo teocentrico della storia dei servizi postali.
E’ qui che con la busta inizia l’autentica storia postale

L’origine del servizio di posta è molto antico: se ne hanno tracce risalenti al 4000 a.C. in Cina[1], dove erano usati messaggeri a cavallo

Turchia  sono rappresentate da tavolette di argilla scritte con caratteri cuneiformi risalenti al 2000 a.C

In Persia[2] fu Ciro II di Persia che si preoccupò di introdurre ed organizzare un vero e proprio servizio di posta pubblica. Ne parla Senofonte nelle sue opere, descrivendolo come basato sull’ipotesi di percorrenza di un cavallo nell’arco di 24 ore ed in base alla quale vennero costruite apposite scuderie di sosta. Lungo tutto il percorso viario si contavano 111 stazioni ed i messaggeri riuscivano a coprire tutta la distanza in 9 giorni.


[1] Gli storici sono discordi, c’è chi fa risalire al 4000 a.C. l’introduzione della posta presso questa civiltà, altri più verosimilmente al primo Imperatore Shih-huang-ti, colui che riunisce l’impero dal 246 al 210 a.C., costruttore della Grande Muraglia e che nel suo mausoleo vuole un esercito di terracotta a grandezza naturale; crea un sistema di corrieri lungo le strade imperiali .

Un servizio postale che ha stupito per la sua efficienza Marco Polo, durante il suo soggiorno in Cina dal 1274-92 alla corte del Gran Khan Qubilay e nel territorio del suo impero.

[2] Re Ciro II (558-530 a.C.), è da alcuni considerato il fondatore del collegamento postale , per le sue staffette definite “angareion”.


Nell’Antico Egitto[1] vi era già un servizio postale avanzato e fruibile, oltre che dai funzionari dei faraoni, anche da parte di persone di cultura e dai commercianti. I servizi di trasporto avvenivano per via fluviale ed i supporti sui quali viaggiavano le informazioni erano i papiri scritti in demotico quando trattavano di argomenti commerciali.

[1] GLI EGIZI  inviavano editti e decreti, scritti sul papiro, in tutto il regno grazie ad un sistema di corrieri ideato da un faraone della XIX dinastia (1293-1185 a.C.).

Secolo X AC antico Egitto prime forme di spedizione postale il papiro di Ahmes,
risale circa al 1650 a.C. conservato nel British Museum, a Londra.

“La rapidità delle informazioni va di pari passo con le infrastrutture come una capillare rete stradale velocemente percorribile … in Grecia la mancanza di tali opere costringeva i messaggeri a faticosi percorsi a piedi o a cavallo”[1] Leggendaria la “Maratona di Filippide” nel 490 a.C.

Gli antichi romani posero molta cura all’organizzazione del servizio di posta. Augusto si occupò personalmente della riorganizzazione del “cursus”[4] ovvero del servizio di posta che divenne così: Cursus publicus” ovvero “posta statale”. I messaggeri che portavano con loro le informazioni erano chiamati “tabellari” e le custodivano su tavolette d’osso o di metallo spalmate di cera. Il cursus publicus raggiunse una notevole estensione nel I secolo d.C. e fu oggetto di diversi provvedimenti imperiali. Una prima misura è ascrivibile al regno di Nerva grazie al ritrovamento di una moneta databile al 97 d.C (Sesterzio di Nerva: rovescio = vehiculatione italiae remissa, con due mule di posta)

[1] I servizi postali e le telecomunicazioni nel mondo antico https://cronistoria.altervista.org/i-servizi-postali-e-le-telecomunicazioni-nel-mondo-antico/


Nel Giappone del periodo Nara, e precisamente nel 646, venne fondato un sistema di posta dei cavalli

Incas [1] dal 1197 all’arrivo dei conquistadores 1526. I “chasquis” sulla strada dell’impero formano una catena con cambi ogni miglio o miglio e mezzo

[1] Gli Incas con i loro corrieri “chasquis” che sulla strada dell’impero formano una catena, con cambi ogni miglio o miglio e mezzo, in grado di percorrere fino a 250 miglia al giorno, questo fino all’arrivo dei conquistatori spagnoli. Il “chasqui” è ancora oggi simbolo delle Poste Peruviane.

Chasqui Messenger

Nell’impero Mongolo [1] funzionava un sistema di messaggeri che si davano il cambio, e cambiavano i cavalli, nelle stazioni di posta, detto yam (nome rimasto in russo per indicare le stazioni di posta). Il sistema è descritto dai viaggiatori occidentali come Marco Polo[17].

[1] Siamo nel XIV secolo, Naran ha vent’anni e corre come il vento in sella al suo cavallo, sta cavalcando nella steppa da ore ed è una figura importante: è un messaggero. Uno degli aspetti che più colpiva i viaggiatori occidentali del tempo, era l’organizzazione dell’impero mongolo a partire dal suo sistema postale conosciuto come yam, dal mongolo zam ossia strada. I messaggeri viaggiavano tra una stazione e l’altra, solitamente distanti tra i trenta ed i sessanta chilometri, dove si fermavano e passavano il messaggio al cavaliere addetto alla tappa successiva, dando il via ad una catena che portava il messaggio a destinazione.


Nell’Europa  medievale il “cursus publicus” che i romani erano stati in grado di creare versava nel più totale sfacelo e le poste conoscevano una decadenza senza precedenti. 

La posta monastica era forse la più efficiente ed aveva una particolarità che troverà applicazione, se pur virtuale, anche nelle moderne e-mail[7]: le risposte venivano cucite in calce alla missiva originale. Applicata l’aggiunta di pergamena il tutto veniva arrotolato ed infilato in un contenitore pronto ad essere inoltrato verso un nuovo monastero. Tale sistema prese il nome di “rotula”[1]

[1] La posta monastica era forse la più efficiente ed aveva una particolarità che troverà applicazione, se pur virtuale, anche nelle moderne e-mail: le risposte venivano cucite in calce alla missiva originale. Applicata l’aggiunta di pergamena il tutto veniva arrotolato ed infilato in un contenitore pronto ad essere inoltrato verso un nuovo monastero. Tale sistema prese il nome di “rotula” e quella annunciante la morte della figlia di Guglielmo il Conquistatore, Cecilia di Normandia, alla fine del suo percorso misurava 20 m

A partire dal Duecento le università organizzarono un sistema postale basato sugli spostamenti dei loro studenti e con il quale riuscivano a mantenere i rapporti con le famiglie degli stessi

I commercianti talvolta organizzarono funzionali sistemi come quello della tedesca “Metzerpost” ossia la “posta dei macellai” che funzionò fino al 1500. Anche i mercanti italiani che partecipavano alle fiere di Champagne avevano i loro corrieri che andavano dalle loro città (Genova, Venezia, Firenze, Milano) fino a Parigi[12]. In particolare nel 1306 venne fondata la “Compagnia dei Corrieri Veneti“, costituita da bergamaschi e che copriva tutta Europa[13]

Alla fine del Trecento iniziò la prima “rivoluzione postale[18] con due riforme: innanzitutto l’istituzione dei “corrieri ordinari“, che partivano cioè in giorni fissi. Questa evoluzione avvenne innanzitutto in ambito mercantile, dove le ditte commerciali e bancarie della stessa città organizzavano un servizio di corrieri per le proprie missive[19].

La parola “posta” è legata all’altra innovazione apportata dalla prima rivoluzione postale, ovvero l’introduzione delle stazioni di posta per il cambio dei cavalli[18]. Già nel 1385 il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti aveva stabilito un servizio postale di questo tipo[9]Enrico IV d’Inghilterra nel 1400 circa introdusse le stazioni di posta per consentire ai suoi messaggeri reali il cambio dei cavalli. Questi “uffici postali” divennero efficientissimi grazie alla capillarità con cui erano diffusi.[1]

La carica di Maestro delle Poste Pontificie (in latino Magister Cursorum) è attestata dal 1439[20]. Dalla metà del Quattrocento la carica fu ricoperta da esponenti della famiglia Tasso[21] del ramo detto dei “Tasso di Sandro”[22].

Fino questo momento il corriere prendeva in carico il plico e lo portava a destinazione, cambiando solo il cavallo alla stazione di posta. A metà Quattrocento il duca di Milano Francesco Sforza intensificò la rete delle stazioni di posta e quindi dei cambi di cavalli, rendendo ancor più veloce il sistema postale milanese[18]: era la nascita del servizio delle “staffette”, ovvero dei corrieri che cambiavano anch’essi ad ogni stazione ed erano perciò sempre freschi[23].. Prendendo a modello quanto avveniva in Italia[24], nella seconda metà del Quattrocento Luigi XI di Francia organizzò le poste francesi[25] (Messageries royales). Analogamente Enrico VIII creò la Royal Mail nel 1516, mettendovi a capo un Master of the Postes.

Nel 1489 Massimiliano I affidò a Zanetto de Tassis e al fratello Francesco il compito di organizzare la cosiddetta “posta di Fiandra” fra la propria corte di Innsbruck e quella di suo figlio Filippo il Bello a Malines e Bruxelles[27].

[1] Nello stesso periodo, sul continente americano l’Impero Inca organizzò un sistema di messaggeri imperiali a piedi, i chaski.


Strade postali nel 1563 da Giovanni da l’Herba

L’egemonia dei Tasso (nel 1650 germanizzati in Thurn und Taxis) sulle poste europee si affermò con le tre convenzioni stipulate nel 15011505 e 1516 da Francesco e poi da Giovanni Battista de Tassis con Filippo il Bello e poi con Carlo V. In esse venivano precisate le strade postali affidate alla famiglia bergamasca, che da Bruxelles si irradiavano fino alla Spagna, a Napoli, alla Prussia[27].

Oltre alle poste imperiali i Tasso furono mastri di posta ereditari anche in altri stati asburgici, in particolare i Tassis-Peralta furono Correos mayores del Reino de España[28], mentre gli Zapata de Tassis furono Corrieri Maggiori di Sicilia[29].

Nel 1584 la famiglia Paar, anch’essa di origine bergamasca, ottenne il monopolio postale da Vienna verso Venezia e già lo deteneva dalla capitale asburgica verso la Polonia e l’Ungheria[30].

Nel 1603 anche Enrico IV di Francia disciplinò ufficialmente la posta privata che viaggiava attraverso le Messageries royales[31]. In Inghilterra la Royal Mail venne aperta al pubblico nel 1635[32][33].

Contrariamente a quanto succedeva in Europa, in Giappone si era sviluppato un sistema postale basato su una legge di stato[34] derivante dal 600 d.C. e che prevedeva dislocazioni di stazioni postali per cavalli nei punti più interessati del Paese e tenendo conto di una distanza pari a circa 100 km. Tale sistema risultò così efficiente che solo nel 1600 si rese necessario un rinnovamento consentendo anche ai privati di affiancarvisi con un proprio sistema postale.

Nei primi decenni del XVI secolo iniziava la necessità di comunicare con il “nuovo continente“: la scoperta dell’America ed i primi presidi insidiatisi erano motivo di inizio della posta “transatlantica”. La posta veniva quindi imbarcata sui galeoni diretti verso l’America centrale che era divenuta epicentro degli interessi commerciali delle grandi potenze europee[35].


Nel 1661[43] in Gran Bretagna il direttore delle Poste Sir Henry Bishop con l’intento di controllare i ritardi sul recapito della corrispondenza introduce il timbro postale. I timbri erano fabbricati in legno ed indicavano il giorno ed il mese sottolineando in questo modo la partenza della corrispondenza.

1661 05 25 Bishop Fonte: ilcollezionista.bolaffi.it

Penny Black

1840 05 01_06 Penny Black stampato il primo maggio inizia a viaggiare il 6
Lettera per Crosby – UK – affrancata con ONE PENNY (Black) – Collezione Gabriele Guglielmi –
 

Non passa tanto tempo che il francobollo diventa strumento politico ad es. di contestazione  della regina  come in questa affrancatura  bottom up del Penny Red (Lettera  viaggiata per Londra 21 luglio 1849, collezione Gabriele Guglielmi)


1969 10 29 il primo messaggio internet

1969 10 29 il primo messaggio internet


 

11 marzo 2020 l‘Organizzazione mondiale della sanità dichiara il coronavirus “pandemia”

MIRVAC GROUP esiste ma  questa lettera  non è stata recapitata. Ha viaggiato per ben 554 giorni senza raggiungere l’obiettivo di informare il destinatario #RTS (Return To Sender)

Lo staff di OpenCorporation è comunque riuscito a inserire MIRVAC GROUP (THE) nell’Osservatorio 

https://www.opencorporation.org/it/company/mirvac-group-the

 

Ovviamente anche Wikipedia la conosce: “Mirvac is an Australian property group” https://en.wikipedia.org/wiki/Mirvac  e dalla pagina internet dell’azienda https://www.mirvac.com/#  leggiamo che l’indirizzo  è  

“Level 28, 200 George St Sydney, NSW 2000 Australia”.

Effettivamente l’indirizzo sulla busta è incompleto,

manca “200 George St”.

Che dire?  

Australian Post  ha uno stupendo motto “sostenibile”[1] ma pare non avere quello, pur non ufficiale, dell’United States Postal Service  [2]

[1] Australia Post acknowledges the Traditional Custodians of the land on which we operate, live and gather as employees, and recognise their continuing connection to land, water and community. We pay respect to Elders past, present and emerging.

[2] “Neither snow, nor rain, nor heat, nor gloom of night stays these courageous couriers from the swift completion of their appointed rounds.” (Greek historian Herodotus, on the Persian mounted postal couriers. Adapted into the unofficial motto of the United States Postal Service) https://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/UnstoppableMailman

Di GABRIELE GUGLIELMI

“Sono collezionista di francobolli da oltre 40 anni e non colleziono francobolli. La mia passione sono le lettere intere con le quali posso mostrare la storia” (Rolf –Dieter Wruck), quale migliore definizione della Storia Postale? Collezioniamo Storia postale con quella speciale caratteristica che sono le storie, in questo caso postali, quindi uniche. I francobolli sono stampati in milioni di esemplari, le storie sono uniche quanto le opere d’arte. Non solo perché è quasi impossibile che due buste abbiano gli stessi: timbri, francobolli, date di partenza transito e destinazione … diventano uniche quando raccontano proprio quella storia. Quasi impossibile anche lo scambio, tipico dei collezionisti (ce l’ho, ce l’ho, mi manca) per completare la collezione, ci si viene incontro focalizzandosi su periodi, luoghi, vie-tragitti, persone … caratteristiche cartacee e di inchiostri … diversi … così che ognuno possa approfondire ciò a cui più tiene. Siamo il contrario di chi ha il bunker con opere d’arte da ammirare tenendole solo per sé. Noi condividiamo in rete immagini, dati e informazioni di tutto questo, a volte minuscolo altre volte importante, patrimonio dell’umanità.

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