La prevalenza dell’ottuso e l’umarell

Ne “IL CAFFÈ” del 9 luglio 2024[1] “La prevalenza dell’ottuso”, Massimo Gramellini si ispira a Indro Montanelli per contestualizzare gli atteggiamenti di personaggi contemporanei a quelli di due Gerarchi Fascisti: Achille Starace e Leandro Arpinati.

La prevalenza dell’ottuso 

Non entro nel merito dell’attualità, lo ha fatto molto meglio Gramellini, senza competenze e con scarse esperienze di “cantiere”, posso solamente assumere la postura “umarell da tastiera [2]“.

[1] CORRIERE DELLA SERA Visto che sono in vena di confidenze, mi batto contro i privilegi mentre adoro le coccole; al CORRIERE “siamo” abbonati alla versione cartacea che ogni mattina troviamo puntualmente alla porta di casa.

[2] Umarell “pensionato che si aggira, per lo più con le mani dietro alla schiena, presso i cantieri di lavoro, controllando, facendo domande, dando suggerimenti o criticando le attività che vi si svolgono”

https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/articoli/parole/Umarell.html  


“Ermanno”, mio padre, aveva il talento della manualità, aggiustava e costruiva di tutto con tutto.

“La Fina”, mia madre, sarta ed educatrice di sarte, risolveva ogni problema di casa, cucina compresa, con ago e filo[1] allo stesso modo del mio amico e compagno “Adriano”, ontologicamente fabbro, il quale tutto risolveva/plasmava con incudine e martello.

Io li scimmiotto. Il mio ferro del mestiere è la storia postale.

Con qualche grado di separazione Achille Starace e Leandro Arpinati “li ho!” (quasi fossero le figurine Panini dei calciatori): il primo in cartolina e il secondo destinatario di una lettera, senza testo ma urgente, per il “Podestà Arpinati”.

[1] Ricordo ancora gli involtini di carne che si tagliavano, prima con le forbici poi, col coltello

Una “cartolina” con l’immagine del Castello Guglielmi[1] a Montalto di Castro, affrancata con tre valori da 10 c. della serie Imperiale, indirizzata al centro del mondo[2], spedita il 22 dicembre 1942 da un “Castello in pianura” reso famoso dal filmato del maggiore influencer del periodo: l’Istituto Luce che esalta Starace e la fascistizzazione dell’aristocrazia latifondista (del resto si tesse col filo che c’è) quale risposta all’ospite Himmler, sulla nazificazione delle aziende germaniche[3].

[1] omonimia di cognome, distonia di valori

[2] https://www.comune.foligno.pg.it/turismo/scopri-la-citta/foligno-centro-del-mondo/

[3] Approfondimenti suggeriti.


E’ dell’ottobre 1938, la battuta di caccia nella tenuta del Castello, Giorgio Guglielmi, presidente del Senato[1], in onore degli ospiti fra i quali spiccano Heinrich Himmler e Achille Starace (Fonte: Giornale Luce B1397 del 26/10/1938[2])

La battuta di caccia nella tenuta di Giorgio Guglielmi di Vulci.

https://www.youtube.com/watch?v=BrkW3i9yo4I&ab_channel=ArchivioLuceCinecitt%C3%A0

Giornale Luce B1397 del 26/10/1938 Descrizione sequenze: immagini esterne del castello; il gruppo delle personalità fasciste partecipanti alla caccia camminano con i fucili; gruppo di partecipanti alla caccia in sosta vicino ad un gruppo di automobili; immagine di Himmler in tenuta da caccia; immagini dei cacciatori mentre parlano tra di loro; una donna in tenuta da caccia in sella ad un cavallo prende un fucile; Starace in sella al cavallo; i partecipanti alla caccia si avviano sui cavalli; immagini dei boschi e dei prati circostanti; immagini dei cacciatori a cavallo; gruppo di cacciatori in cammino con i cani al guinzaglio; gruppo di cacciatori in sosta in una radura erbosa;
Starace in piedi tra gli altri prende un fucile; immagini degli altri partecipanti alla battuta mentre parlano e guardano i fucili; i cacciatori si avviano verso il bosco; il marchese Vulci in piedi su una postazione con un fucile imbracciato; un uomo a cavallo suona il corno; immagine di una lepre in
corsa per il prato; un cacciatore punta il fucile; immagine di un cervo morto a terra con intorno i cacciatori; Starace e le altre personalità osservano il cervo morto; coppia di cerbiatti al guinzaglio.

[1]https://patrimonio.archivio.senato.it/repertorio-senatori-regno/senatore/IT-SEN-SEN0001-001208/guglielmi-giorgio   https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Guglielmi

https://www.gentedituscia.it/guglielmi-giorgio-2/

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_razziali_fasciste un mese prima, il 18 settembre1938 a Trieste, Benito Mussolini aveva annunciato il contenuto delle leggi razziali fasciste


Chi è stato LEANDRO ARPINATI?

Dalla presentazione che ne fa Wikipedia, a “ottuso” aggiungerei, almeno in gioventù, “opportunista e confuso”

Figlio di un piccolo commerciante socialista del forlivese, sedicenne venne iscritto d’ufficio dal padre al PSI. Trasferitosi a Torino come ferroviere prima della Grande Guerra, a vent’anni fondò la sezione anarchica in concorrenza con la sezione socialista. Fece parte della MassoneriaInterventista, divenne amico del conterraneo Mussolini.

Arpinati fu interventista, ma … lo accusarono sempre di essere stato un imboscato o di essere stato un “interventista non intervenuto”.

Per chi volesse approfondire

https://it.wikipedia.org/wiki/Leandro_Arpinati

https://www.treccani.it/enciclopedia/leandro-arpinati_(Dizionario-Biografico)/

https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/events/la_caduta_in_disgrazia_di_leandro_arpinati

LA CADUTA IN DISGRAZIA DI LEANDRO ARPINATI Leandro Arpinati (1892-1945), indiscusso leader del fascismo bolognese, conosciuto come “Il Pontefice Nero”, cade in disgrazia presso Mussolini a seguito di una lite, arrivata fino alla sfida a duello, con il segretario del PNF Achille Starace (1889-1945)[1].

Viene dimesso da Sottosegretario agli Interni e mandato al confino a Lipari. Il suo posto è occupato da Guido Buffarini Guidi (1895-1945).”

https://it.wikipedia.org/wiki/Leandro_Arpinati#Il_declino_e_la_morte

Il nuovo segretario del PNF, Achille Starace, presentò personalmente a Mussolini una lettera-denunzia il 3 maggio 1933, articolata in 17 punti di accusa[31]: in essa ad Arpinati, definito da Starace il pontefice nero, erano addebitate tra l’altro le amicizie, sempre coltivate, con noti antifascisti (quali Mario MissiroliGiuseppe MassarentiTorquato Nanni), le attività contro il regime, le idee liberali e anticorporativiste.

arrestato nella notte del 26 luglio 1934 sotto l’imputazione di avere mantenuto atteggiamento ostile alle direttive e all’unità del regime, venne inviato a Lipari per scontarvi cinque anni di confino.

Nel 1943 aveva rifiutato l’invito, fattogli da Mussolini in persona, di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, offrendogli il ministero dell’Interno nascose invece nella sua tenuta ex prigionieri alleati e il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) gli garantì protezione.

Il 22 aprile 1945 fu ucciso da un gruppo di partigiani guidati da Luigi Borghi, nome di battaglia “Ultimo”.

[1] il litigio con Achille Starace è una interessante chiave di lettura


Le immagini: buste, cartoline, fotografie, documenti … se non descritte/attribuite diversamente appartengono alla collezione di Gabriele Guglielmi e sono liberamente utilizzabili. Correzioni, integrazioni, suggerimenti, commenti sono benvenuti.

Di GABRIELE GUGLIELMI

“Sono collezionista di francobolli da oltre 40 anni e non colleziono francobolli. La mia passione sono le lettere intere con le quali posso mostrare la storia” (Rolf –Dieter Wruck), quale migliore definizione della Storia Postale? Collezioniamo Storia postale con quella speciale caratteristica che sono le storie, in questo caso postali, quindi uniche. I francobolli sono stampati in milioni di esemplari, le storie sono uniche quanto le opere d’arte. Non solo perché è quasi impossibile che due buste abbiano gli stessi: timbri, francobolli, date di partenza transito e destinazione … diventano uniche quando raccontano proprio quella storia. Quasi impossibile anche lo scambio, tipico dei collezionisti (ce l’ho, ce l’ho, mi manca) per completare la collezione, ci si viene incontro focalizzandosi su periodi, luoghi, vie-tragitti, persone … caratteristiche cartacee e di inchiostri … diversi … così che ognuno possa approfondire ciò a cui più tiene. Siamo il contrario di chi ha il bunker con opere d’arte da ammirare tenendole solo per sé. Noi condividiamo in rete immagini, dati e informazioni di tutto questo, a volte minuscolo altre volte importante, patrimonio dell’umanità.

2 commenti

  1. Anch’io, come tanti, ha iniziato a raccogliere francobolli da bambino ma non mi sarebbe mai venuta l’idea di tenermi anche le lettere o le cartoline.
    La passione di Gabriele mi ha però riportato alla gioia di ricevere una lettera o una cartolina. Ai tempi di quando andavi in vacanza ed era un obbligo morale/sociale spedire una cartolina dalla località in cui villeggiavi o transitavi. Cartoline che, per lo più, raffiguravano gli angoli migliori del posto o venivano migliorate con giochi di colore o di luce.
    Ho quindi deciso di recuperare questa forma di comunicazione, senza la paura di essere etichettato come antico.
    Se, oltre alle multe e alle bollette, ricevessi una lettera da un vecchio amico ne sarei felice.
    Grazie Gabriele

    1. già! Gli ulteriori problemi oggi sono: le cartoline non le vende più quasi nessuno, chi le vende non ha i francobolli (chiedi al tabaccaio quanto gli costerebbe tenere valori bollati in negozio). Una delle lettere più famose della storia postale è la “cara Rosina, ti scrivo dunque son vivo” spedita con francobollo piemontese e timbro pontificio da un ufficio postale di Roma il XX settembre 1870, il soldato che attraversò la breccia di Porta Pia porrtava con se moschetto, munizioni ma pure carta, calamaio e FRANCOBOLLI (anche io ne ho sempre nel portafoglio)

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