Materiale di interesse filatelico, una lettura sopra le “righe” e le “dentellature”

Materiale di interesse filatelico, una lettura sopra le “righe” e le “dentellature”
Materiale di interesse filatelico, una lettura sopra le “righe” e le “dentellature”

Riflessioni in merito alla Circolare n.19/2024 – della Direzione generale Archivi in materia di Vigilanza sul commercio di materiale di interesse filatelico

Lo stimolo alla pubblicazione di queste mie riflessioni è stata la pregevole relazione che il Prof. Angelo Piermattei, Presidente AFI (Associazione Filatelica Numismatica Italiana “Alberto Diena”) ha tenuto presso la sede dell’Associazione domenica 6 ottobre e il giorno successivo al Laboratorio di Storia e Filatelia di Televita e che mi ha cortesemente concesso di divulgare[1].

[1] La presentazione di Angelo Piermattei

Per ulteriori approfondimenti:

La Filatelia pare aver risolto perché rimangono liberamente collezionabili/scambiabili/commercializzabili i francobolli “staccati” (sono terrorizzato che qualcuno torni a staccare il francobollo inficiando la “storia postale”), e quelli “aderenti a buste o altri involucri privi del contenuto originario

Mentre se i francobolli sono “applicati direttamente su un documento o su buste o altri involucri contenenti documenti … può configurarsi una fattispecie riconducibile alla legislazione archivistica

Pertanto il problema pare risolto per la filatelia non altrettanto può affermarsi per la “storia postale”, (pre-filatelica compresa anche se non viene citata).

La maggior parte dei collezionisti interpreta la storia postale in base a francobolli, annulli, tariffe, porti, percorsi …

Il sottoscritto predilige la modalità “Marco Occhipinti” (così ben rappresentata in Sfizi Di Posta) che mette al centro le storie e le persone: mittente, destinatario, contenuto (pur nei limiti privacy) “sono patrimonio sociale, culturale, storico” e magari lo divengano pure “archivistico” popolando la Storia con più storie di persone (mai ovviamente di tutti, limitata a coloro in grado di leggere, scrivere; abbastanza facoltosi da poter spedire – e fino al Penny Black, ricevere – … comunque tanti e tante di più di coloro che han trovato spazio nei libri di storia e più in generale in libri e pubblicazioni).

I contenuti sono “fatti” descritti con parole (manoscritte, a macchina, scarabocchiate, immagini … “scripta manent!”), arricchiti con timbri, impronte, francobolli, annulli, bolli accessori, a secco, su ceralacca, … impressi su carta, magari filigranata, che via via assume forme diverse: piego chiuso/sigillato, ripiegata su sé stessa o inserita in buste che si adattano al percorso e all’uso es. Aereo, commerciale…

“Scripta manent” anche in fotocopia o scansione digitale magari pubblicata open source liberamente consultabile da tutti (purtroppo ormai anche da IA, Intelligenza Artificiale, diamole quindi in pasto immagini, informazioni e dati veri così che rilanci verità e non fake-news).

Benvenga la Soprintenza archivistica a chiedermi l’originale cartaceo delle lettere di Antenore Foresta  (Egidio Meneghetti)  o di Berardino Fienga:
– le consegnerei volentieri di persona (apprezzerei la foto ricordo);
– nella pubblicazione su https://gabrieleguglielmi.org  mi limiterei a sostituire “Collezione Gabriele Guglielmi” con “già Collezione Gabriele Guglielmi, donata in data ../../…. al popolo italiano tramite Intendenza …“;
– ne darei notizia al Presidente AISP (Associazione Italiana di Storia Postale);

– e chiederei: “Quand’è che digitalizzerete l’immensa mole di corrispondenza postale cartacea presente negli archivi pubblici?” (Limitandomi al Belpaese, quanto mi piacerebbe allargare l’orizzonte a quelli diocesani, parrocchiali, comunali aziendali … dei collezionisti ansiosi di mostrarle al mondo).

Appello!

Vorrei attirare l’attenzione dei collezionisti, delle aziende e dei giornalisti del settore,  delle Associazioni filateliche, della Soprintendenza, del Ministero … di aziende anche multinazionali che han già costruito qualcosa di simile ad es. Google Arts and Culture, https://arte.sky.it/ per un progetto comune teso alla progressiva digitalizzazione del patrimonio degli Archivi di Stato e non, pubblici e privati (collezionisti compresi), enti religiosi…

Chissà che non si contribuirebbe a fornire pure sbocco occupazionale/professionale a ricercatori/studiosi di materie umanistiche, classiche e anche archivistiche così da smontare il “Tremonti pensiero” che “Con la cultura non si mangia


Le immagini: buste, cartoline, fotografie, documenti … se non descritte/attribuite diversamente appartengono alla collezione di Gabriele Guglielmi e sono liberamente utilizzabili citandone la fonte. Correzioni, integrazioni, suggerimenti, commenti sono benvenuti.

Di GABRIELE GUGLIELMI

“Sono collezionista di francobolli da oltre 40 anni e non colleziono francobolli. La mia passione sono le lettere intere con le quali posso mostrare la storia” (Rolf –Dieter Wruck), quale migliore definizione della Storia Postale? Collezioniamo Storia postale con quella speciale caratteristica che sono le storie, in questo caso postali, quindi uniche. I francobolli sono stampati in milioni di esemplari, le storie sono uniche quanto le opere d’arte. Non solo perché è quasi impossibile che due buste abbiano gli stessi: timbri, francobolli, date di partenza transito e destinazione … diventano uniche quando raccontano proprio quella storia. Quasi impossibile anche lo scambio, tipico dei collezionisti (ce l’ho, ce l’ho, mi manca) per completare la collezione, ci si viene incontro focalizzandosi su periodi, luoghi, vie-tragitti, persone … caratteristiche cartacee e di inchiostri … diversi … così che ognuno possa approfondire ciò a cui più tiene. Siamo il contrario di chi ha il bunker con opere d’arte da ammirare tenendole solo per sé. Noi condividiamo in rete immagini, dati e informazioni di tutto questo, a volte minuscolo altre volte importante, patrimonio dell’umanità.

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