Riflessioni in merito alla Circolare n.19/2024 – della Direzione generale Archivi in materia di Vigilanza sul commercio di materiale di interesse filatelico
Lo stimolo alla pubblicazione di queste mie riflessioni è stata la pregevole relazione che il Prof. Angelo Piermattei, Presidente AFI (Associazione Filatelica Numismatica Italiana “Alberto Diena”) ha tenuto presso la sede dell’Associazione domenica 6 ottobre e il giorno successivo al Laboratorio di Storia e Filatelia di Televita e che mi ha cortesemente concesso di divulgare[1].
[1] La presentazione di Angelo Piermattei
Per ulteriori approfondimenti:
- Direzione generale Archivi, Circolare n.19/2024 – Vigilanza sul commercio di materiale di interesse filatelico
https://archivi.cultura.gov.it/in-evidenza/prassi/circolari/circolare-n19/2024-vigilanza-sul-commercio-di-materiale-di-interesse-filatelico - Per la tutela della raccolta, collezione e studio delle carte postali ex pubbliche
Supplemento al “Bollettino Prefilatelico e Storico Postale” n. 218, ottobre 2022)
Editrice Elzeviro – Padova, pagg. 62 a colori, formato 17×24, ottobre 2022.
https://www.ilpostalista.it/recensione_file/recensionelibri22.htm—
La Filatelia pare aver risolto perché rimangono liberamente collezionabili/scambiabili/commercializzabili i francobolli “staccati” (sono terrorizzato che qualcuno torni a staccare il francobollo inficiando la “storia postale”), e quelli “aderenti a buste o altri involucri privi del contenuto originario”
Mentre se i francobolli sono “applicati direttamente su un documento o su buste o altri involucri contenenti documenti … può configurarsi una fattispecie riconducibile alla legislazione archivistica”
Pertanto il problema pare risolto per la filatelia non altrettanto può affermarsi per la “storia postale”, (pre-filatelica compresa anche se non viene citata).
La maggior parte dei collezionisti interpreta la storia postale in base a francobolli, annulli, tariffe, porti, percorsi …
Il sottoscritto predilige la modalità “Marco Occhipinti” (così ben rappresentata in Sfizi Di Posta) che mette al centro le storie e le persone: mittente, destinatario, contenuto (pur nei limiti privacy) “sono patrimonio sociale, culturale, storico” e magari lo divengano pure “archivistico” popolando la Storia con più storie di persone (mai ovviamente di tutti, limitata a coloro in grado di leggere, scrivere; abbastanza facoltosi da poter spedire – e fino al Penny Black, ricevere – … comunque tanti e tante di più di coloro che han trovato spazio nei libri di storia e più in generale in libri e pubblicazioni).
I contenuti sono “fatti” descritti con parole (manoscritte, a macchina, scarabocchiate, immagini … “scripta manent!”), arricchiti con timbri, impronte, francobolli, annulli, bolli accessori, a secco, su ceralacca, … impressi su carta, magari filigranata, che via via assume forme diverse: piego chiuso/sigillato, ripiegata su sé stessa o inserita in buste che si adattano al percorso e all’uso es. Aereo, commerciale…
“Scripta manent” anche in fotocopia o scansione digitale magari pubblicata open source liberamente consultabile da tutti (purtroppo ormai anche da IA, Intelligenza Artificiale, diamole quindi in pasto immagini, informazioni e dati veri così che rilanci verità e non fake-news).
Benvenga la Soprintenza archivistica a chiedermi l’originale cartaceo delle lettere di Antenore Foresta (Egidio Meneghetti) o di Berardino Fienga:
– le consegnerei volentieri di persona (apprezzerei la foto ricordo);
– nella pubblicazione su https://gabrieleguglielmi.org mi limiterei a sostituire “Collezione Gabriele Guglielmi” con “già Collezione Gabriele Guglielmi, donata in data ../../…. al popolo italiano tramite Intendenza …“;
– ne darei notizia al Presidente AISP (Associazione Italiana di Storia Postale);
– e chiederei: “Quand’è che digitalizzerete l’immensa mole di corrispondenza postale cartacea presente negli archivi pubblici?” (Limitandomi al Belpaese, quanto mi piacerebbe allargare l’orizzonte a quelli diocesani, parrocchiali, comunali aziendali … dei collezionisti ansiosi di mostrarle al mondo).
Appello!
Vorrei attirare l’attenzione dei collezionisti, delle aziende e dei giornalisti del settore, delle Associazioni filateliche, della Soprintendenza, del Ministero … di aziende anche multinazionali che han già costruito qualcosa di simile ad es. Google Arts and Culture, https://arte.sky.it/ per un progetto comune teso alla progressiva digitalizzazione del patrimonio degli Archivi di Stato e non, pubblici e privati (collezionisti compresi), enti religiosi…
Chissà che non si contribuirebbe a fornire pure sbocco occupazionale/professionale a ricercatori/studiosi di materie umanistiche, classiche e anche archivistiche così da smontare il “Tremonti pensiero” che “Con la cultura non si mangia“
Le immagini: buste, cartoline, fotografie, documenti … se non descritte/attribuite diversamente appartengono alla collezione di Gabriele Guglielmi e sono liberamente utilizzabili citandone la fonte. Correzioni, integrazioni, suggerimenti, commenti sono benvenuti.