Return To Sender, why?

Nell’articolo I periodi della “comunicazione postale” 6000 anni di Storia  https://gabrieleguglielmi.org/2022/02/08/i-periodi-della-comunicazione-postale-6000-anni-di-storia/

dai Cursores al primo messaggio internet passando per il Bishop[1] abbiamo concluso “in pandemia” con una lettera che per andare agli antipodi e ritorno, senza peraltro raggiungere l’obiettivo di informare il destinatario, ha impiegato ben 554 giorni.[2]

 

Negli articoli

abbiamo scherzato sull’efficienza del servizio postale.  

 

Il post “Errore di un software” https://twitter.com/PostalHistories/status/1505479620870684676 svela l’incredibile  “scandalo, con delle conseguenze pesantissime anche personali” che “ha coinvolto le Poste britanniche, con centinaia di vittime, molte delle quali hanno visto la propria vita completamente rovinata, alcuni finiti ingiustamente in prigione e perfino suicidi. Una storia orwelliana in cui il software ha condannato, letteralmente, i dipendenti.”

I ritardi o le mancate consegne spesso non sono a causa dei “portalettere” ma succedono alle loro spalle. Non solo, ma la tecnologia che dovrebbe aiutare lavoratori del servizio postale e utenti, sembra invece dannosa quando le macchine e gli umani non comunicano tra di loro.

Pertanto con “Return To Sender, why?” inizia una serie di pubblicazioni sull’argomento

#RTS (Return To Sender)

affinché questo disservizio, diffuso in tutti i continenti, possa essere almeno mitigato[3].

Il progetto OpenCorporation era, ed è,  rivolto ad aziende multinazionali le quali sono state inviate a partecipare tramite inviti spediti per posta ordinaria negli anni  2017 e  2018[4].

 

L’alto numero #RTS ha suggerito al team di progetto di analizzare il perché sono tornate al mittente così tante lettere e come fosse possibile un così alto numero di errori che hanno riguardato così tanti Paesi e i relativi Servizi postali

Si è scoperto che le cause di mancata consegna sono state di vario tipo ma che la motivazione più ricorrente è la seguente:

RETURN TO SENDER

FLOW TO MANUAL PROCESSING

Considerato che la “croce” si abbatte troppo spesso sull’ultimo anello della catena, in questo caso il portalettere, rendiamo pubblici dati e immagini affinché chi ha responsabilità, a partire dalle amministrazioni postali dei Paesi coinvolti, forniscano spiegazione di quanto è successo che, presumibilmente, continua a succedere; e quali sono i provvedimenti adottati per risolvere tale disservizio.

In attesa di spiegazioni “spezziamo una lancia” in favore del “postman”

“Neither sleet nor snow nor darkness of the night nor stupid jokes will prevent the duty of the postman”

“Né nevischio né neve né oscurità della notte né stupidi scherzi impediranno il dovere del postino”

 

#RTS dai Servizi postali dei seguenti Paesi (l’elenco è ordinato per numero di RTS ricevuti a partire dal dato più alto):

United States of America

Republic of Korea

Germany

Australia

China

United Kingdom

Taiwan

Canada

Hong Kong

India

Japan

Norway

Sweden

Chile

France

Isole Kayman

Netherlands

United Arab Emirates

Brazil

Switzerland

Finland

Italia

Mexico

[1] Quel timbro postale introdotto per controllare i ritardi sul recapito della corrispondenza

[2] Restituita a Roma il 18 maggio 2020, in piena pandemia,  era partita per Sydney l’11 10 2018  (Ha viaggiato per 554 giorni, Collezione Gabriele Guglielmi)

[3] Per queste pubblicazioni abbiamo utilizzato dati del progetto Europeo OpenEWC , progetto che ha creato l’osservatorio OpenCorporation  https://www.opencorporation.org/en/project

[4] Per maggiori dettagli consultare la pagina Metodologia https://gabrieleguglielmi.org/home/metodologia/  e la Metodologia ulteriore utilizzata per #RTS OpenCorporation Metodologia Return OpenCorporation

#RTS Return To Sender

Di GABRIELE GUGLIELMI

“Sono collezionista di francobolli da oltre 40 anni e non colleziono francobolli. La mia passione sono le lettere intere con le quali posso mostrare la storia” (Rolf –Dieter Wruck), quale migliore definizione della Storia Postale? Collezioniamo Storia postale con quella speciale caratteristica che sono le storie, in questo caso postali, quindi uniche. I francobolli sono stampati in milioni di esemplari, le storie sono uniche quanto le opere d’arte. Non solo perché è quasi impossibile che due buste abbiano gli stessi: timbri, francobolli, date di partenza transito e destinazione … diventano uniche quando raccontano proprio quella storia. Quasi impossibile anche lo scambio, tipico dei collezionisti (ce l’ho, ce l’ho, mi manca) per completare la collezione, ci si viene incontro focalizzandosi su periodi, luoghi, vie-tragitti, persone … caratteristiche cartacee e di inchiostri … diversi … così che ognuno possa approfondire ciò a cui più tiene. Siamo il contrario di chi ha il bunker con opere d’arte da ammirare tenendole solo per sé. Noi condividiamo in rete immagini, dati e informazioni di tutto questo, a volte minuscolo altre volte importante, patrimonio dell’umanità.

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