Van Gogh “Natura morta con un piatto di cipolle” … e Storia Postale

La bella mostra van Gogh con le opere del Museo Kröller-Müller di Otterlo  esposte  a Roma, Palazzo Bonaparte, offre lo spunto per gli innumerevoli collegamenti fra arte e Storia Postale


 

Una delle opere meno rappresentate, ma fra le più belle, scelta da Michel Butor fra le 105 “decisive” della pittura occidentale, sarebbe da ri-battezzare:  

“Natura morta con un piatto di cipolle” … e Storia Postale 

 

La critica si sofferma sugli altri oggetti:  un piatto di cipolle su un tavolo da disegno, una bottiglia vuota (forse conteneva assenzio),  una caraffa con caffè, una candela accesa, una scatola di fiammiferi e ceralacca, un manuale sulla salute, pipa e tabacco; ma c’è anche, in primo piano,  una busta affrancata [1] e “viaggiata”.

[1] La busta affrancata è stata oggetto di un’analisi particolare: si tratterebbe di una raccomandata con un normale francobollo da 15 centesimi e un francobollo aggiuntivo da 25 centesimi. Il timbro postale 67 corrisponde all’ufficio postale di Place des Abbesses , Paris Montmartre , dove è stata affrancata la raccomandata. La lettera sarebbe quindi quella ricevuta il 23 dicembre 1888 da suo fratello Theo e che conteneva anche una banconota da cento franchi.

 

Non è l’unica opera che con consente ai fratelli van Gogh di far interagire pittura, disegno e lettere. E’ nota la lettera inviata da Vincent a Théo nell’aprile 1885 con un piccolo bozzetto a inchiostro de “I mangiatori di patate”.

“ La più completa fonte primaria per la comprensione di Van Gogh come artista e come uomo è Lettere a Theo, la raccolta di lettere tra lui e il fratello minore, il mercante d’arte Théo van Gogh, con il quale intratteneva un rapporto particolarissimo e intimo: Théo, infatti, fornì a Vincent sostegno finanziario ed emotivo per gran parte della sua vita.  La maggior parte di ciò che ci è noto sul pensiero di Van Gogh e sulle sue teorie d’arte è scritto nelle centinaia di lettere che lui e il fratello si scambiarono tra il 1872 e il 1890: più di seicento da Vincent a Théo e quaranta da Théo a Vincent.

Il patrimonio epistolare di Vincent e Théo, si è detto, è una documentazione fondamentale, non solo perché raccoglie notizie determinanti per ricostruire la personalità e le tormentate vicende esistenziali del pittore (profilandosi, dunque, come un vero e proprio «lessico familiare»), ma anche perché consente di comprenderne a pieno le concezioni artistiche. Tra il mondo pittorico e quello letterario di Van Gogh, invero, correva una forte compenetrazione: in ragione della celebre formula oraziana ut pictura poësis, infatti, il pittore nelle proprie missive commentò molto dettagliatamente i propri capolavori, che infatti dispongono quasi sempre di una riflessione epistolare in merito al soggetto, all’apparato cromatico, alle circostanze gestative. Anche se molte di queste lettere non sono datate, gli storici dell’arte sono stati in grado di ordinarle cronologicamente. Il periodo in cui Vincent visse a Parigi è il più difficile da ricostruire per gli storici, poiché i due fratelli, vivendo insieme, non ebbero bisogno di scriversi.

Oltre alle lettere da Vincent per Théo ne sono state conservate altre e, in particolare, quelle a Van Rappard, a Émile Bernard e alla sorella Wil. Il corpus di lettere è stato pubblicato nel 1913 dalla vedova di Théo, Johanna van Gogh-Bonger, che le rese pubbliche con molta cautela, perché non voleva che il dramma nella vita dell’artista mettesse in ombra il suo lavoro. Van Gogh stesso era un avido lettore di biografie di altri artisti e pensava che la loro vita dovesse essere in linea con le caratteristiche della loro arte fantastica, anche se talvolta poco seria.”

Come non avrebbe potuto Vincent van Gogh essere ricordato in innumerevoli emissioni filateliche di tutto il mondo?  Un piccolo sondaggio del numero di lotti in vendita sulle piattaforme on-line:

964  ebay , 1254  Colnect e ben 7391  delcampe

Di GABRIELE GUGLIELMI

“Sono collezionista di francobolli da oltre 40 anni e non colleziono francobolli. La mia passione sono le lettere intere con le quali posso mostrare la storia” (Rolf –Dieter Wruck), quale migliore definizione della Storia Postale? Collezioniamo Storia postale con quella speciale caratteristica che sono le storie, in questo caso postali, quindi uniche. I francobolli sono stampati in milioni di esemplari, le storie sono uniche quanto le opere d’arte. Non solo perché è quasi impossibile che due buste abbiano gli stessi: timbri, francobolli, date di partenza transito e destinazione … diventano uniche quando raccontano proprio quella storia. Quasi impossibile anche lo scambio, tipico dei collezionisti (ce l’ho, ce l’ho, mi manca) per completare la collezione, ci si viene incontro focalizzandosi su periodi, luoghi, vie-tragitti, persone … caratteristiche cartacee e di inchiostri … diversi … così che ognuno possa approfondire ciò a cui più tiene. Siamo il contrario di chi ha il bunker con opere d’arte da ammirare tenendole solo per sé. Noi condividiamo in rete immagini, dati e informazioni di tutto questo, a volte minuscolo altre volte importante, patrimonio dell’umanità.

1 commento

  1. Si segnala la bella collezione filatelica “Van Gogh” di Italo Greppi che ad Appiiphil 2023 in Classe Maximafilia è stata premiata col Vermeil Grande

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *